Si fa presto a dire smart working, ma siamo sicuri che è sempre così facile?
Innanzitutto facciamo alcune precisazioni. Lavorare in modalità agile non significa lavorare da casa, smart working significa lavorare in qualsiasi momento e da qualsiasi parte del mondo: ognuno quindi è libero di scegliere gli orari ed il posto in cui lavorare, conciliandolo con le altre attività.
Lo smart working è un indicatore di progresso sociale e culturale; in condizioni come quella che stiamo vivendo il contributo di tecnologie e infrastrutture a sostegno dei settori produttivi del Paese è semplicemente vitale. Infine occorre uscire dalla vecchia e rigida concezione che i figli siano un ostacolo alla realizzazione personale o professionale. La vita con loro è una evoluzione e comporta dei sacrifici, certo, ma sempre ripagati dall’inestimabile valore che ciascun essere umano porta con sé – e regala all’altro. Negli ultimi anni molte donne hanno offerto la propria testimonianza sulla possibilità di conciliare vita privata e vita professionale, affrontando ostacoli e pregiudizi, con brillanti risultati.
Premesso ciò, lavorare in smart working non è facile nella normalità, figuriamoci durante una pandemia globale. Facciamo un esempio pratico: madre di due figli, uno in età scolare ed un neonato, genitori disponibili e possibilità di smart working …. Ottimo!
La mattina bimbi a scuola o con i nonni e smart working fino al loro rientro. Poi casa e famiglia . Tutto scorre liscio come l’olio e la salute – fisica e mentale – sono preservate.
Ma cosa succede se una delle variabili in gioco cambia? Moltissimo, molto di più se le variabili a cambiare sono più di una: un’epidemia globale, lockdown, scuole chiuse e nonni non disponibili. Un disagio confermato dalle statistiche: secondo un’analisi elaborata da Save the Children su un campione di 1.000 mamme solo il 25% riesce a lavorare da casa in una stanza separata dal resto della famiglia con tutti i problemi annessi e connessi. Per 3 mamme su 4 il carico di lavoro domestico è aumentato sia per l’accudimento dei figli sia per il lavoro casalingo e le attività quotidiane; inoltre spesso i bambini piccoli non capiscono ancora perché la casa diventa improvvisamente un luogo di lavoro e perché mamma e papà non hanno sempre tempo per loro, pur essendo in casa, senza contare poi che frequentemente le madri si sono trovate ad essere assistenti informatiche (e non solo) per i figli che studiano attraverso la Dad …. insomma, un dramma.
Esiste un modo per resistere – mentalmente e fisicamente – a tutta questa pressione?
Di certo non esiste una formula perfetta adatta a tutte le famiglie ed a tutte le situazioni, ma esistono alcuni consigli generali che ci permettono di vivere questo momento in maniera migliore:
1. Organizzazione is the new black
Occorre organizzare la propria giornata in attività lavorativa, domestica e dei bambini. Fate attenzione soprattutto a questi ultimi: se i bambini vengono lasciati da soli non possiamo pensare che si trovino loro qualcosa da fare, andrebbero in confusione proprio come andrebbero in confusione gli adulti, visto che nella loro routine quotidiana hanno sempre degli stimoli, qualcuno che gli dice cosa devono fare e che cosa avverrà dopo che siano gli insegnanti o i genitori stessi.
2. Luoghi e orari di lavoro fissi
Parlate con tutti gli interessati (come il datore di lavoro, il compagno/a ed i figli) ed informateli su cosa devono aspettarsi, su come pianificate il vostro tempo durante lo smart working e in quali orari siete disponibili. Una comunicazione adeguata all’età aiuterà i vostri piccoli a capire perché non siete sempre liberi di dedicarvi a loro e quando sono richiesti silenzio e tranquillità. Inoltre, se è possibile, si può creare un alternanza fra i genitori: mamma lavora la mattina e papà di pomeriggio.
3. L’orario di lavoro va rispettato, sempre
Di norma la giornata inizia con una lista infinita di faccende di casa ed esigenze della prole; va bene prendercene cura, ma senza sgarrare con l’orario di inizio dell’attività lavorativa. Non c’è un cartellino da timbrare, ma degli orari di lavoro si! Questo vale anche al contrario: quando la giornata lavorativa è finita (salvo impreviste necessità), alzandoci dalla postazione stacchiamo la spina, e scolleghiamo la mente dalle esigenze del lavoro. Stesso dicasi per il weekend: Domenica è sempre domenica.
4. Camilleri docet
Prima di metterci all’opera, optiamo per un abbigliamento professionale, siamo a casa, ma per lavorare. Tanto più che non mancheranno, in questi giorni, video conferenze con i colleghi e i clienti (ps: attenti allo sfondo);
5. Prendetevi delle pause
La cura dei bambini e lo smart working insieme sono duplice onere, richiedono un alto grado di attenzione e ciò può risultare molto faticoso a lungo termine. Per questo motivo, le pause sono particolarmente importanti per potersi rilassare e continuare a lavorare in modo produttivo. Se possibile, pianificate delle pause sia dal lavoro, che dalla cura dei figli, in modo da potervi rilassare per breve tempo da soli e indisturbati.
6. Allentate le regole
Lavorare in smart working con i figli presenti in casa dovrebbe essere una situazione eccezionale e non la routine. Pertanto, in via del tutto eccezionale, può essere il caso di allentare le regole che siete soliti adottare in casa. Concedete a voi e ai vostri figli una maggiore tolleranza. In situazioni difficili, lasciar guardare la TV più a lungo, dare qualche dolcetto o fare andare a letto un po’ più tardi i bambini può servire ad allentare la tensione e ridurre lo stress da entrambi i lati.
In conclusione: è sempre complicato trovare il giusto equilibrio tra impegni professionali e privati ma con un’attenta pianificazione delle attività lavorative è possibile trarre la giusta soddisfazione da entrambi gli ambiti. Comunque vada, ci ricorderemo di questo tempo speciale, un po’ disagevole e inedito, un po’ faticoso ma molto caloroso. E anche i nostri figli se ne ricorderanno, in giorni in cui, forse, lo smart working sarà la modalità di lavoro principale. E non farà più notizia.
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